
Paura del dentista nel bambino: perché non è innata
Prevenire è sempre meglio che curare. La paura dell’odontoiatra nel bambino è una dimostrazione esemplare del valore del detto. La buona notizia è che la prevenzione è fattibile. Un bimbo, infatti, normalmente è curioso, giocherellone e fiducioso. Non ha una predisposizione congenita all’odontofobia, tranne rare eccezioni innate (che solitamente si associano ad altri problemi della psiche) oppure dovute ad esperienze negative in famiglia. Se ci rifletti è semplice: lui della visita al centro dentistico non sa nulla, perché dovrebbe esserne intimorito? Se è abituato a una vita serena, l’esperienza potrebbe essere equiparabile a una tappa al parco giochi, a una visita al supermercato, etc. L’odontofobia quando s’instaura diviene il frutto di un trauma.
Cosa provoca quindi la paura del dentista del bambino? A determinare il futuro atteggiamento del piccolo nei confronti dello specialista in pedodonzia è il rapporto con quest’ultimo e in parte anche l’atteggiamento dei genitori. La responsabilità ovviamente è sempre degli adulti. Vuoi perché la visita odontoiatrica si rivela dolorosa, vuoi perché il piccolo percepisce nervosismo e preoccupazione, il risultato è sempre lo stesso: “La fobia”. L’errore comune è quello di dimenticare che l’emotività infantile, a differenza di quella dell’adulto, non è bilanciata da logica ed esperienza di vita variegate, in grado di ridimensionare e dare un senso al vissuto negativo. Ecco perché la paura del dentista può dare origine a un rifiuto invincibile dell’uomo in camice bianco armato di trapano o altri aggeggi inquietanti.
La domanda a questo punto che ti assale è scontata: “Quanto è difficile prevenire la paura del dentista nei bambini?
Ebbene, per mia esperienza, quando noi odontoiatri, in collaborazione coi genitori, facciamo leva sulle caratteristiche positive, innate del piccolo per creare un’atmosfera serena e collaborativa, l’impresa non è così ardua. Una mia piccola paziente di 7 anni, in cura da alcuni mesi per un difetto di morso, riesce a dare il buon esempio alla madre, che fatica a sedersi sulla poltrona del dentista…
Odontofobia infantile, un pericolo da scongiurare
Se invece il dentista per bambini non riesce a evitare l’odontofobia infantile sono guai. Diventa realmente difficile anche far aprire la bocca al piccolo, fargli l’anestesia (la sedazione cosciente ovviamente è da riservare a casi limite), si allungano i tempi della seduta… Il guaio è tanto maggiore se pensiamo che ogni bambino ha bisogno del dentista, perché:
- i denti da latte si cariano più facilmente e vanno curati, pena il rischio di disallineamenti di quelli permanenti;
- l’igiene dentale professionale è necessaria anche nei bambini;
- le agenesie, le malocclusioni dentali e in generale la maggior parte dei problemi di errata conformazione anatomica di mascella, mandibola e palato richiedono un intervento in età infantile;
- il disallineamento dei denti, che oggi si corregge intorno agli 11-12 anni impiegando spesso l’Invisalign Teen (talvolta è invece preferibile un’altra tipologia di apparecchio) richiede una collaborazione attiva da parte del giovanissimo paziente, possibile solo se è motivato e istruito sull’importanza di una corretta cura dei denti.
Quanto all’ indomani, ovvio che il protrarsi dell’ondontofobia influirà necessariamente in modo negativo fino a rendere necessaria in casi estremi, la sostituzione dei denti con impianti dentali in età adulta.
A confermarlo ci sono varie ricerche di settore, secondo le quali la corretta prevenzione nel bambino richiede tassativamente anche un approccio emotivo corretto.
Come prevenire la paura dell’odontoiatra nel bambino
In concreto, ecco come comportarsi per prevenire la paura del dentista nel bambino:- evitare di procrastinare la prima visita, che dovrebbe essere programmata a circa 3 anni, perché se questa avviene per carie, ascesso o altro problema potenzialmente fastidioso si creerebbe un imprinting nocivo;
- scegliere un dentista per bambini specializzato, bravo e realmente in grado di gestire il piccolo, anche emotivamente;
- i genitori devono essere rilassati (o almeno apparire tali);
- dare al piccolo un eventuale premio post-seduta per rafforzare l’idea di esperienza positiva;
- non spaventare il piccolo con ammonimenti preliminari che gli farebbero sospettare un evento spiacevole, ricorda sempre che i bambini sono molto influenzabili dall’atteggiamento degli adulti;
- usare un giocattolo o altro stratagemma per un’attesa felice; importante è comunque che l’attesa sia breve perché i bimbi, come sappiamo, si stancano più in fretta;
- mai fare una seduta lunga oppure visitare il paziente infantile quando è stanco, ad esempio perché ha appena fatto sport;
- sia l’appuntamento che l’eventuale terapia non devono essere “a tradimento”, infinitamente meglio informare il piccolo della procedura, tanto più se il trattamento dovesse rivelarsi fastidioso;
- mai fargli sentire dolore;
- non insistere ad una visita o seduta qualora il piccolo sia spaventato, molto meglio rinviare a una visita successiva.
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Mamme e Bambini
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